MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

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FORMAZIONE

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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-02-17

per il ministro sono a rischio circa 2000 posti di lavoro a termini imerese

Fiat, Scajola: "Non rinnoviamo gli incentivi, sostegno solo alla ricerca"

"Il governo ha ritenuto che anche in Italia sia giunto il momento di tornare alla normalità del mercato dell'auto"

L’Aquila senza lavoro È il secondo terremoto

"Vedi il locale al piano terra nel palazzo che fa angolo? Lì c’era la mia libreria artistica". Giuliano infila il braccio nella grata che delimita la zona rossa del centro storico per indicare il suo caratteristico negozio di libri e dischi. Qui, fino al 6 aprile, era possibile passare un pomeriggio in compagnia di un buon libro sorseggiando pregiati the. Cinque anni di lavoro per avviare un’attività e un mutuo per acquistare le due piccole stanze nello stabile settecentesco, ora andati completamente in fumo.

Obama: "Catastrofe evitata grazie agli aiuti all'economia"

Il "piano di stimolo non è stata una decisione politica facile da prendere" ma "non agire avrebbe portato a una catastrofe".

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Dalessandro Giacomo

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2010-02-18

L'ABRUZZO FERITO

L’Aquila senza lavoro

È il secondo terremoto

"Vedi il locale al piano terra nel palazzo che fa angolo? Lì c’era la mia libreria artistica". Giuliano infila il braccio nella grata che delimita la zona rossa del centro storico per indicare il suo caratteristico negozio di libri e dischi. Qui, fino al 6 aprile, era possibile passare un pomeriggio in compagnia di un buon libro sorseggiando pregiati the. Cinque anni di lavoro per avviare un’attività e un mutuo per acquistare le due piccole stanze nello stabile settecentesco, ora andati completamente in fumo. Per Giuliano Cervelli, proprietario del Caffè Polar a due passi dalla centralissima piazza Duomo dell’Aquila, da dieci mesi la vera zona off limit è quella del mondo del lavoro, così come per altri 16mila terremotati rimasti senza occupazione dopo il sisma. "Vado avanti grazie alla pensione di mia madre ma – continua il giovane titolare – così non c’è futuro. È come vivere in una città senza cuore".

Dopo le nuove case antisismiche, che entro qualche settimana riporteranno tutti in città, il secondo terremoto in Abruzzo è la disoccupazione. Si rischia adesso, in sostanza, di avere un tetto sulla testa ma niente da mettere sotto i denti. Chi può si arrangia a vivere con qualche risparmio da parte, tentando a volte di riavviare l’attività nelle costosissime strutture in legno fuori città, ma molti sfollati e piccoli artigiani sono tornati ad attingere alla pensione di mamma e papà. Sono, infatti, oltre 8mila i cassaintegrati della provincia abruzzese, un numero quadruplicato da aprile e cresciuto del 439% in un anno; a loro si aggiungono altri 8mila autonomi che senza un aiuto immediato non riusciranno a ripartire, 1.500 nel solo centro storico del capoluogo. Tante le promesse per la ricostruzione del tessuto economico e produttivo abruzzese che si sono susseguite nei mesi, ma per ora nemmeno un euro è finito nelle tasche dei piccoli imprenditori. "Ancora non arrivano i soldi dal governo – precisano dagli uffici del Comune –. Il sindaco Massimo Cialente ha fatto richiesta di 70 milioni di euro che servono a coprire gli indennizzi per le 4mila domande finora arrivate dai lavoratori autonomi. Ma oltre all’iniziale contributo di 800 euro per tre mesi, previsto per tamponare i danni all’attività dovuti al terremoto, i privati non hanno ancora ricevuto nulla". Eppure un’ordinanza di fine gennaio del presidente del Consiglio dei ministri (la n.3843) permette al Commissario delegato, il governatore Gianni Chiodi, di anticipare fino a 80 milioni di euro per aiutare gli imprenditori che hanno avuto danni dal sisma.

Un’assenza che rischia di compromettere la rinascita dell’Aquila. Piccole imprese artigiane, commerciali e dei servizi ferme al palo, migliaia i cassaintegrati e silenzio tombale sulla zona franca. "Ci sono le case ma se chi ci abita non lavora non serve a niente". Il direttore di Confindustria dell’Aquila Antonio Cappelli va dritto al cuore del problema. "Corriamo il rischio, dopo aver avuto le case promesse, di avere il deserto, senza nessuno che ci abita perché qui non si lavora. Si parla di tutto meno che di attività produttive". La Regione ha previsto un bando per aiutare le piccole imprese, il 60% dell’economia aquilana, con fondi fino a 35 milioni di euro, ma continua Cappelli "non basta, è meno di un quinto di quanto servirebbe per far ripartire il tessuto economico di questa terra. Una soluzione è la zona franca e gli incentivi fiscali per aiutare le società che c’erano prima del terremoto a sopravvivere e spingere le aziende a venire anche da altre parti d’Italia".

La paura più forte, inoltre, è che a fine aprile quando terminerà anche la cassa integrazione in deroga prevista nel cratere del sisma, migliaia di abruzzesi abbiano come unica soluzione quella di andare lontano.

Anche tutto il sindacato aquilano alza la voce come può. Non basta aver prorogato fino a giugno il pagamento delle tasse ai privati, ribadisce da tempo il segretario provinciale della Cisl, Gianfranco Giorgi, "sarà solo un palliativo per l’economia se non si investe con interventi seri in occupazione, in nuovi posti di lavoro, incentivando l’approdo all’Aquila di altre realtà imprenditoriali con sostegni alle aziende. Serve anche però controllare per evitare che qualche imprenditore furbo approfitti del terremoto a discapito dei lavoratori". A fargli eco tutto il mondo confederale aquilano, convinto che la vera emergenza in Abruzzo inizi adesso.

Alessia Guerrieri

 

 

 

 

 

17 Febbraio 2010

UN ANNO DOPO

Obama: "Catastrofe evitata

grazie agli aiuti all'economia"

Il "piano di stimolo non è stata una decisione politica facile da prendere" ma "non agire avrebbe portato a una catastrofe". Lo ha detto il presidente americano Barack Obama, sottolineando che "grazie al piano di

stimolo, una nuova Depressione non è più una possibilità". Il maxi-piano di stimolo da 787 miliardi di dollari compie oggi un anno.

Il piano di stimolo "sta funzionando": senza oltre 2 milioni di americani in più sarebbero senza lavoro. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama, impegnandosi a "fare tutto il possibile" per far sì che l'economia americana torni a girare. Il piano di stimolo da 787 miliardi di dollari compie oggi un anno.

Il governo americano è entrato nell'economia "per dare una spinta temporanea, ma è il settore privato che alla fine dovrà spingere la crescita". Lo ha detto il presidente americano Barack Obama, dicendosi preoccupato per le difficoltà di bilancio di diversi stati. Difficoltà che potrebbero tradursi in ulteriori licenziamenti. Obama, celebrando il compleanno del piano di stimolo da 787 miliardi di dollari, ha precisato che "mai si era visto un piano di tali dimensioni, e che si muovesse a tale velocità".

 

CORRIERE della SERA

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2010-02-18

per il ministro sono a rischio circa 2000 posti di lavoro a termini imerese

Fiat, Scajola: "Non rinnoviamo gli incentivi, sostegno solo alla ricerca"

"Il governo ha ritenuto che anche in Italia sia giunto il momento di tornare alla normalità del mercato dell'auto"

per il ministro sono a rischio circa 2000 posti di lavoro a termini imerese

Fiat, Scajola: "Non rinnoviamo gli incentivi, sostegno solo alla ricerca"

"Il governo ha ritenuto che anche in Italia sia giunto il momento di tornare alla normalità del mercato dell'auto"

MILANO - "Il governo ha ritenuto che anche in Italia sia giunto il momento di tornare alla normalità del mercato dell'auto, non rinnovando gli incentivi e intensificando invece il sostegno alla ricerca e all'innovazione". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Caludio Scajola nella informativa al Senato sulla questione di Termini Imerese.

2000 POSTI A RISCHIO - "Nello stabilimento di Termini Imerese sono impegnati 1.658 lavoratori. A questi se ne aggiungono altri 300 che operano nell'indotto. Si tratta quindi di 2.000 posti di lavoro in un territorio che offre scarse alternative di impiego. Per questa ragione, l'annuncio del nuovo Piano Fiat ha suscitato comprensibile preoccupazione tra i lavoratori e le loro famiglie, allarmate per il proprio futuro" ha aggiunto Scajola nella sua informativa nell'Aula del Senato. "La situazione specifica dello stabilimento siciliano - ha evidenziato Scajola - va inquadrata nella prospettiva più ampia del settore automobilistico, che nell'ultimo decennio ha subito profondi cambiamenti. Bastano pochi dati per comprendere quanto sia mutato lo scenario: in Europa il numero dei marchi automobilistici è diminuito dai 58 del 1964 agli attuali 22; il numero dei modelli in produzione, per contro, è aumentato da 72 a più di 200". Negli ultimi anni, ha sottolineato Scajola, "l'offerta di auto nel mondo è stata superiore alla capacità di assorbimento del mercato: le aziende hanno aumentato considerevolmente la propria capacità produttiva, anche attraverso la realizzazione di molti nuovi impianti produttivi". "Il governo - ha aggiunto Scajola - sta compiendo ogni sforzo per tutelare una realtà industriale di grande rilevanza economica e sociale per la Sicilia e per l'intero Mezzogiorno, assicurandole un futuro quando Fiat cesserà la produzione di auto nel 2012".

INVESTIMENTI FIAT - La Fiat ha detto ancora Scajola: "Ha confermato la centralità dell'Italia e ha annunciato che destinerà al nostro Paese due terzi degli 8 miliardi di investimenti previsti nel prossimo biennio". L'azienda torinese ha anche "annunciato che gli stabilimenti auto di Mirafiori, Cassino, Melfi e Pomigliano d'Arco non subiranno riduzioni di capacità produttiva".

LE SCELTE DEL GOVERNO - Il "governo è determinato a garantire la vocazione industriale dell'aerea, privilegiando i progetti del settore automotive" ha detto ancora il ministro dello Sviluppo economico, ricordando che "altre iniziative, nel settore terziario, multimediale, turistico, agroindustriale, e logistico potranno concorrere a supportare i processi di sviluppo dell'area , integrando non sostituendo l'utilizzo produttivo del sito".

SCONTRO SCAJOLA-GARRAFFA - Durante la relazione di Scajola si verificava un violento alterco tra il ministro e il senatore del Pd Costantino Garraffa. Quest'ultimo aveva apostrofato il ministro dello Sviluppo economico accusandolo di dire bugie, in particolare sull'esistenza di 14 opzioni diverse di riconversione dello stabilimento Fiat di termini Imerese. Scajola reagiva visibilmente irritato e il presidente di turno dell'Assemblea Domenico Nania aveva deciso la sospensione della seduta. Successivamente però Garraffa poneva le sue scuse al ministro: "Devo chiedere scusa per le intemperanze e ringrazio la capigruppo per questa occasione di dibattito sulla situazione dello stabilimento Fiat a Termini Imerese" sottolineava l'esponente del Pd.

Redazione online

17 febbraio 2010

 

REPUBBLICA

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2010-02-18

 

L'UNITA'

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2010-02-18

Termini, bagarre al Senato: scontro Scajola-opposizione

Bagarre in Senato sul caso di Termini Imerese. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, in Senato per fare il punto sulla situazione dello stabilimento, è stato accusato dal senatore del Pd, il siciliano Costantino Garraffa, di dire bugie sul fatto che a disposizione dello stabilimento ci siano 450 milioni. Il ministro, alterato, ha risposto: "lei non può permettersi di dire che il ministro dice bugie. Lei è un maleducato e un bugiardo. Si vergogni".

Il ministro era stato contestato anche in precedenza dai banchi dell'opposizione. La seduta è stata sospesa. Prima Scajola aveva detto al Senato le "soluzioni progettuali di riutilizzo" per l'impianto siciliano e aveva parlato di "14 soluzioni presentate"

17 febbraio 2010

 

 

 

26 gennaio 2010

Auto elettrica: 350milioni di dollari per Better place

Better Place si è aggiudicata un finanziamento di 350milioni di dollari (circa 250 milioni di euro) da parte di Hsbc, Morgan stanley e altri. Si tratta della più grande raccolta di venture capital di sempre per un'azienda "clean-tech" negli Stati Uniti e in Europa. L'azienda californiana sta realizzando un network di ricarica per le auto elettriche in Israele e in Danimarca insieme a Renault, che ci mette le auto. Nei progetti dell'azienda, presto sarà la volta di Giappone, California, Hawaii, Australia, Cina e Francia.

In generale - stando al Financial times - si tratta della più grande raccolta di venture capital da aprile 2008, quando la giapponese Softbank ha deciso di investire circa 430 milioni di dollari in Oak pacific interactive, un sito di social network cinese.

Il finanziamento dà una spinta al modello di business promosso dalla società fondata due anni fa dall'israeliano Shai Agassi, ex responsabile dei prodotti di Sap. Uno dei nodi da sciogliere per l'avvento dell'auto elettrica è quello delle batterie: i tempi di ricarica sono lunghi e l'autonomia scarsa. Better place propone di liberare gli automobilisti da questo problema, affiancando alle stazioni di ricarica nel box di casa o sul posto di lavoro delle stazioni lungo le strade dove sostituire la batteria automaticamente e in pochi minuti. Il tempo di un lavaggio.

 

 

 

 

 

 

Bersani tra i lavoratori di Termini Imerese: "Non mollate, lo stabilimento non deve chiudere"

Bolla come "un errore" e una "ingenuità" del governo Berlusconi avere legato il tema degli incentivi con il destino dello stabilimento di Termini Imerese "facendosi così dire che il provvedimento non interessava alla Fiat", che a sua volta "deve stare al tavolo della trattativa e se verrà fuori una soluzione credibile e condivisa" per la fabbrica siciliana "dovrà dare una mano, altrimenti dovrà riconsiderare i suoi programmi".

Per spiegare la posizione del suo partito sulla vertenza Termini Imerese, il leader del Pd Pierluigi Bersani ha scelto la platea degli operai, nel luogo più naturale, il piazzale davanti ai cancelli dello stabilimento, dove lavorano 1.600 persone che assemblano la Lancia Ypsilon.

Dopo avere incontrato assieme ai dirigenti siciliani del partito il sindaco Salvatore Burrafato e una folta delegazione di metalmeccanici dell'indotto, tra cui i lavoratori della Delivery mail che nei giorni scorsi sono saliti sul tetto della Fiat, Bersani ha aspettato davanti lo stabilimento il cambio turno per un confronto diretto con gli operai. Rivolgendosi a loro ha detto che per lui "il Pd è un partito fondato sul lavoro" per cui è ovvio che "questo stabilimento non può essere chiuso". Quando un operaio gli ha porto una maschera colorata raffigurante il volto di Sergio Marchionne con i denti da Dracula, Bersani l'ha indossata, incoraggiando i lavoratori, alcuni dei quali indossavano la stessa maschera.

"Non mollate e non molliamo, non siate pessimisti", ha proseguito, annunciando che costituirà un gruppo di lavoro nel Pd sull'auto, sulla Fiat e sulla crisi di Termini Imerese. "Sappiate - ha assicurato alle tute blu che lo ascoltavano - che la sede romana del partito per voi sarà sempre aperta". "Non perdete la fiducia, questa è una battaglia che non bisogna perdere", ha continuato, sollecitando il Lingotto ad assumere un ruolo attivo e a "stare al tavolo della trattativa".

Senza entrare nel merito delle proposte in campo ma convinto che la prospettiva del sito "deve essere di natura industriale", Bersani ha considerato "troppe" le 10-12 proposte per Termini Imerese al vaglio del ministero dello Sviluppo economico. "Ne serve una e seria - ha aggiunto -. Qui di farsi prendere in giro non ha voglia nessuno. I soldi pubblici devono essere messi a disposizione solo in caso di piani industriali seri", ha detto, ricordando che "se il governo ha spostato sulle quote latte i fondi che un anno fa erano stati destinati al famoso piano "A" per lo sviluppo della fabbrica siciliana non ha certo fatto fare un grande affare al Paese". Quindi prima di lasciare Termini Imerese ha lanciato una proposta al governo Berlusconi: "Vari un piano per le auto di nuova generazione, lo faccia al più presto, siamo già in ritardo".

16 febbraio 2010

 

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